RAGUTOUR - Tour per gli ipogei iblei fra il Castello di Donnafugata e le Trabacche.
Dal rinomato Castello, in realtà una residenza estiva il cui notevole pregio è costituito dalla loggia, cui seguono la grande scala esterna, il magnifico giardino e, non ultima, la location nella più bella campagna iblea, si risale verso Ragusa passando per l’ipogeo di Donnafugata e quello delle “Trabacche”. Quest’ultimo, come il Castello, reso noto al grande pubblico dalla fiction del commissario Montalbano. Dopo un tratto di raccordo, si scenderà nuovamente al Castello per una stradina secondaria, anch’essa in grado di fornirci uno spaccato della campagna iblea.
Ciclotour breve (24,5 km) ad anello, fondo misto asfalto – strade bianche, con salite continue e rampette brevi accidentate, tuttavia alla portata di chi pur non allenatissimo ama pedalare e in particolare con la mtb. In ogni momento occorre rispettare il codice della strada, anche quando sembrerà di pedalare in trazzere abbandonate: una macchina agricola potrà sempre sbucare all’improvviso.
Salita più lunga: Castello – SP 13: 3,60 km al 2,8%
Località di partenza e di arrivo: Castello di Donnafugata, comune di Ragusa, Italia. Coordinate: 36°52'51.56"N - 14°33'52.01"E.
Nel testo che segue, fra le parentesi la distanza progressiva in km e l’altitudine riferita al livello del mare.
Partenza dal Castello di Donnafugata (0,0 - 305), si prende per la stradella sterrata sulla quale si apre il cancello del Giardino e che ne costeggia il muro perimetrale; dopo 740 metri si raggiunge l'ipogeo, sulla sinistra, che merita certamente una visita. Proseguendo, dopo rampette pietrose il fondo diviene asfaltato e costeggiando un interessante vallone – la cui sponda ovest è piena di ipogei non segnalati - si perviene alla SP 13 (3,60 - 410), quella che collega la rotatoria di contrada Piombo "Centro Seia" (lungo la Santa Croce – Comiso) con la città di Ragusa. Svoltiamo a destra e cominciamo a salire sulla SP13 per circa 600 metri, poi imbocchiamo sulla sinistra (4,20 – 407)
l’agevole pista sterrata ben segnalata dal cartello di un agriturismo che incontreremo dopo 800 altri metri di pedalata. Noi proseguiamo fra gli inconfondibili muretti di pietra e dopo la decisa piega a destra (est) ignoreremo la traversa sterrata sulla sinistra ((5,35-407) che discende, non senza
qualche asperità, fino a Comiso. Prima alcune rampe, poi una discesina ci riporta sula SP 13 (6,70-455). In salita per circa 900 metri, al bivio prendiamo la strada secondaria a destra (7,65-475). Salendo, ignoreremo il bivio a destra che incontriamo al km 10,50 (stradina “Tresauro”, della quale parleremo più avanti). Dopo 300 metri esatti (10.80 - 545) prendiamo a destra l’asfalto secondario che presto diverrà sterrato e ci porterà alla piazzola terminale della grotta delle Trabacche (11,65-
532). Lasciamo qui le bici e con un po’ di intuito rintracciamo l’ipogeo, di conformazione davvero interessante. Dopo la visita riprendiamo le bici (non vale la pena andare per i campi) e ripetiamo la strada dell’andata sino all’entrata della masseria (12,25-545), dalla quale transiteremo chiedendo permesso possibilmente smontando dalla bici, visto che vi sono alcuni cani legati a catene lunghe quanto basta. Il passaggio è intuitivo e presto oltrepasseremo un cancelletto, che richiuderemo, per ritrovarci nel punto più basso della pista (13,0-495). Ci aspetta ora una salitella che presto termina con un cancelletto sulla sinistra che scavalcheremo agevolmente (13,15 – 507). Siamo di fronte ad una rampaccia in cemento che presenta due pregi: dura poco e nel tratto più inclinato ha il fondo in cemento, arrivando presto in cima (13,45-528). Proseguiamo verso il vicino fabbricato rurale e lo costeggiamo prendendo la traversa subito a destra (13.50 – 530). Se fossimo andati dritti (est – sud est) avremmo presto raggiunto la periferia di Ragusa. Siamo su una stradella pressoché pianeggiante e al bivio prenderemo a destra (14,00-533). Sbocchiamo ora sulla SP 80 Ragusa – Castello di Donnafugata (15,60 - 497) parallela alla SP 13 dalla quale siamo saliti alle Trabacche. Prendiamo a destra, in discesa, per svoltare quasi subito con cautela a sinistra al bivio ad “Y” che incontriamo dopo appena 300 metri (15,90 – 487). Siamo su una stradella devoluta al traffico
locale, con a fianco fattorie e allevamenti. Per quanto si tratti di una invitante discesa, non possiamo distrarci neanche per un istante perché alcune grate che incontreremo presentano varchi dove una ruota potrebbe entrare con conseguenze immaginabili. Ma il panorama merita bene e, scendendo a velocità contenuta riusciremo, passando su un piccolo ponticello, ad ammirare il sottostante binario che corre in profonda trincea (18,35-430). Dopo poco più di 5 km terminiamo la lunga discesa (21,25 - 324) su una lunga grata (per fortuna appena riparata!) e prendiamo subito a destra (a
sinistra raggiungeremmo la SP 60 Ragusa – S. Croce). La strada sterra e un rettilineo in discesina talvolta infida corre tra attraente vegetazione, affronta un paio di curve e ci porta su un datato ponte in calcestruzzo che non mancherà di sorprendervi … (21,35 – 290). Si prosegue per lo sterrato pietroso e si esce sulla SP 80, ma qui la prudenza non sarà mai troppa, atteso che la visibilità è minima. Potrà persino convenire tenere la destra e portarsi più in alto, prima di invertire la rotta e dirigersi verso il basso, ovvero verso il Castello, che raggiungeremo ben presto (24,60-305).
VARIANTE DEL TRESAURO. La stradella del Tresauro può evitare il passaggio dalla Masseria. In pratica, una volta visitato l’ipogeo delle Trabacche occorre ritornare indietro, raggiungere nuovamente la SP 13, scendere per 300 metri e imboccare la stradella a sinistra (“Tresauro”, 537 mslm). In circa 4 km raggiunge la SP 80 (435 mslm), si prenderà poi a sinistra (in salita), per circa 2 km, sino al bivio di quota 487 segnalato più sopra, dove si prenderà a destra.
Altri ipogei. Cisternazzi (più sopra di 5 km e 100 metri di dislivello, quasi giunti alla SS “Ragusana”), Celona (strada per Chiaramonte Gulfi), sono altri noti ipogei siti nei pressi di Ragusa che ben meriterebbero una visita.